Farmacia Fantozzi

Allegria portami via...Di passaggio (per fortuna) mi reco in questa farmacia. A parte il costo di ciò che ho acquistato pagato 3 volte rispetto ad altre farmacie ciò che fa desistere dal tornarci è la freddezza con la quale accolgono il cliente o i modi poco garbati di porsi se non hanno ben capito una tua chiesta. So che tanto continueranno a vendere ma a almeno la mia opinione posso esprimerla

La farmacia, per essere ubicata in un quartiere che (a mio personalissimo parere non è il massimo) è abbastanza fornita : dai farmaci di prima necessità ai cosmetici. Quindi da questo punto di vista mi pare sia abbastanza completa.

Ciò che onestamente mi lascia perplessa è la freddezza agghiacciante con cui vengono trattati i pazienti. È abbastanza imbarazzante che se sei cliente d'abitudine sono più generosi di parole, se sei invece un cliente nuovo che per la prima volta mette piede in farmacia, quasi devi stare a pregare per avere un'informazione o peggio ancora un consiglio.

Onestamente mi sono abbastanza scocciata di questo trattamento di sufficienza, che alla fine ''tutti siamo utili e nessuno è indispensabile''. Manco Cristo lo fu dato che lo uccisero.

Ho letto, tra l'altro, una recensione.. che mi fa...dire schifo è poco. Ad un essere umano, che abbia 60/80/20 anni, non si dice nemmeno per scherzo che prima o poi dobbiamo morire tutti.

Crepa tu scusa o tua moglie.

Ah poveri noi!! Per fare certi mestieri occorre tatto, ESTREMO TATTO, massima pazienza ed anche una certa dose di amorevolezza. Il paziente viene lì a volte anche smarrito in cerca di consigli.. tu NON HAI IL DIRITTO DI FARE SARCASMO sulla pelle altrui.

Non conta solo il voto di Laurea ma anche il saperci fare.

Fine del discorso.

Per me è un NO. Se C'È UNA URGENZA ED UNA NECESSITÀ d'accordo, ma se posso evitare, evito. Idem loro non hanno certo bisogno di me che sono un numero, non una PERSONA di cui prendersi cura.

Arrivederci.

Mi complimento con i Farmacisti, ed in particolare con la Farmacista, che dimostrano rispetto e professionalità verso chi chiede un consiglio e parere. E pertanto sento di esprimere la mia sincera stima.

Assistere a una scena in cui un ultranovantenne chiedeva la possibilità di prenotare il vaccino domiciliare per l'impossabilità di spostarsi. E sentire il farmacista che, buttato l'occhio, alla data di nascita, ribatte: «Che lo fai a fare il vaccino? tanto di una morte devi morire». Ovviamente non era colpa loro se il sistema dava esurite le prenotazioni per le vaccinazioni domiciliari. Ma la responsabiltà di parole due come macigni, in operatore sanitario, non fosse che per il rispetto dovuto ai collghi medici e infermieri che hanno perso la vita, e ancora oggi spendono fino all'ultima goccia di energia in difesa dei malati di ConSARs19, quelle sono un atto dovuto tanto quanto le scuse al soggetto (chiamato - ricordo- per legge a vaccinarrsi) e un profondo atto di contrizione ed esame di coscienza.

Se non si ha voglia di lavorare il 19 di Agosto è meglio chiudere, ne un buongiorno, ne un saluto, modo scontroso e scocciato di rivolgersi al cliente.

Chi fa questo lavoro deve assolutamente capire cos'è l'empatia, chi va in farmacia ci va per una esigenza, per un malessere, non è necessario anche il modo scontroso di chi opera all'interno.